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In cerca di un segreto e antico equilibrio interiore

Ha preso le antiche ammoniti, eredità di quei Colli Berici (che conosce sin da piccola) quando erano un mare tropicale, e ha circondato i fossili di spirali d’oro, li ha punteggiati di brillanti. Ha guardato i misteriosi “cerchi nel grano” sparsi nel pianeta: non s’è domandata chi li avesse creati («forse noi stessi - azzarda - nel senso della Forza, dell’Intelligenza di cui siamo parte») e li ha incisi nell’argento, trasformando i segni in lune, delfini, soli, stelle.
Non ha avuto paura di avvicinarsi al prodotto industriale. Ed è maturata come orafa, ma soprattutto ha messo un’anima anche nelle semplici catene d’oro, perché ha imparato che «l’ordine e il rigore sono un equilibrio che nasce dal di dentro», come sosteneva il filosofo José Ortega y Gasset.
Poi un giorno s’è messa in mente di fare un ritratto all’Uomo e all’Universo e ha provato a scolpire: né è uscita una statua in cui il grembo materno e il Big - Bang sono risultate due facce dello stesso Ciclo della Vita. «Perché la spirale - spiega - è un simbolo legato alla natura e al carattere ciclico della creazione, dell’acqua e del femminile».
Elena Gastaldon è così, donna sorridente e volitiva al tempo stesso, comunicativa e assorta, un’artista che trasferisce nei gioielli e nei suoi oggetti di design i significati ancestrali della vita. L’Infinito che precipita nella Quotidianità, l’Archetipo che si clona nel Presente sono temi ricorrenti dei suoi lavori. Non è un vezzo, ma una scelta meditata. Un motivo c’è, ed è lo stesso che lo scrittore Albert Camus indicava quando scrisse che «se il mondo fosse chiaro, l’arte non esisterebbe». Come dire: se è vero che ognuno porta il suo piccolo contributo ad aumentare la conoscenza della Vita, Elena Gastaldon ci prova spaziando dall’oro alle conchiglie fossili (forse l’approverebbe anche il concittadino poeta Giacomo Zanella, che sul tema era un esperto...), dalla pelle lavorata fino alla scultura. E’ convinta che l’eleganza degli oggetti d’arte sia lo specchio di un segreto equilibrio interiore che regge la Vita e l’Universo. Equilibrio che va scoperto e comunicato a ogni costo, magari indagando sul rapporto aureo in geometria, concetto che le è servito a progettare una piazza (sì, ha fatto anche questo) oppure ricercando l’armonia di un’architettura d’interni attraverso il Feng-Shui (certo, si interessa anche di filosofia orientale: c’è da meravigliarsene?).
Attraverso i gioielli, Elena Gastaldon propone un viaggio su una sua personalissima Macchina del Tempo, alla ricerca delle Origini e dell’Immutabile. Ma lei sa bene che la meta è, in realtà, un’altra: perché il viaggio più lungo e difficile è quello che ognuno compie dentro di sé.

Antonio Di Lorenzo

 

Le creazioni di Elena Gastaldon, designer vicentina, racchiudono un indivisibile percorso cognitivo ed artistico di ricerca. Lavoro di osservazione, ascolto, riflessione, comprensione e sperimentazione. In ognuna delle preziose piccole opere si scopre che la materia, fatta forma, dà vita al simbolo. Come una moderna alchimista, Elena lavora con gli elementi alla ricerca di qualcosa da donare agli altri: usa l’oro, l’argento, le perle, la madreperla, le pietre preziose, le pietre dure, la roccia, le conchiglie e fa interagire questi elementi con i simboli antichi della nostra e delle altre civiltà, per restituirci il significato profondo della vita.

Cristina Del Mare per Vogue Gioiello

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